Di Antonio Indovino
Costa d’Amalfi DOC, per Eva, Tenuta San Francesco, 2009
Per Eva 2009 Tenuta San Francesco |
Parlare della Costa d’Amalfi mette sempre in gioco quel pizzico di romanticismo che c’è in ugnuno di noi, soprattutto di chi ci vive e di chi (come me, scorrazzando in Vespa) la calca e l’ha calcata di lungo in largo. Basta spostarsi di poco, in linea d’aria, per abbandonare la mondanità ed il mare e ritrovarsi al di là della montagna, a circa 500m s.l.m. Lì tutto cambia, le temperature s’abbassano, il clima diventa continentale, la roccia calcarea lascia lo spazio a sabbia e lapilli e prende vita un contesto totalmente diverso: rurale, agricolo.
È qui che nel 2004 tre famiglie storiche della costiera (Bove, D’Avino e Giordano), coadiuvate dall’enologo Carmine Valentino, hanno dato vita all’Azienda Agricola Tenuta San Francesco. Lo scenario in vigna è dominato da piante pre-fillossera di Tintore, Pepella e Ginestra che convivono con Aglianico, Piedirosso e Falanghina. Dal loro “intreccio”, nella storica masseria del ‘700, prendono vita dei vini in grado di trasmettere la tensione e la concentrazione data dalle vecchie viti, il sapore (mi si conceda il termine) della terra vulcanica e la rusticità del Tintore: caratteristiche uniche che, quando ben interpretate ed esaltate, proiettano i vini agevolmente nel tempo.
Questo è quanto ho potuto constatare in diverse occasioni, e stavolta nell’assaggio di una bottiglia di Per Eva 2009.
Si tratta di un bianco da Falanghina, Ginestra e Pepella dedicato da Gaetano Bove (anima dell’Azienda) alla moglie.
Il vino è stato ottenuto solo con le uve della Vigna dei Preti (fraz. Ponte), così chiamata perchè un tempo era la vigna preferita degli ecclesiastici della costiera, vinificato esclusivamente in acciaio prima di finire in bottiglia.
L’annata non è certamente stata delle migliori (calda e siccitosa), ma, il delta di temperature maggiore rispetto a quelle della Costa intesa nel senso stretto del termine, e la capacità delle radici delle vecchie viti di raggiungere maggiori risorse idriche in profondità, quasi sicuramente hanno giocato un ruolo fondamentale!
Veniamo dunque all’assaggio, dove il vino m’ha sorpreso per il colore vivo, paglierino carico ed attraversato dai bagliori dorati. Al naso è stato inizialmente reticente e monocorde, lasciando scorgere profumi d’erbe e fiori secchi, che ricordano la macchia mediterranea. Poi si son fatti strada il goudron e lo iodio, il pepe bianco, il miele d’acacia e la pesca bianca sciroppata. La sorpresa è stata ancor maggiore in bocca: dinamico e sferzante per l’inaspettata acidità, quasi masticabile per la considerevole pungenza tattile e lungo nei ritorni aromatici principalmente di vegetali e minerali.
Un vino sfacciatamente integro e sorprendente per le sue potenzialità che, ad averne ancora, avrei bevuto molto volentieri con un piatto assaggiato nei giorni scorsi: Candele spezzate con Cipolla Ramata, Acciughe e Cacioricotta affumicato. Santè!
Prezzo in enoteca: 20-25€ (per le ultime annate in commercio)
Contatti: www.vinitenutasanfrancesco.com
Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
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