Di Antonio Indovino
Fiano di Avellino DOCG, I Sognatori, Tenuta Madre, 2019
I Sognatori 2019, Tenuta Madre |
Ci troviamo a Montefalcione, più precisamente a Contrada Carrani, in un contesto collinare dal suolo calcareo ed argilloso (tipico di questi rilievi pre-appenninici) con contaminazioni vulcaniche legate alle eruzioni del Vesuvio.
Le condizioni pedo-climatiche sono quelle ideali, ed a queste si aggiungono altri 3 ingredienti fondamentali: delle vigne di proprietà, la passione per il vino ed il sogno di poter realizzare qualcosa di importante. È così che Marianna Mazzariello ed Adriano Tartaglia, rispettivamente marito e moglie, hanno deciso di scommettere sulla loro terra natia con un progetto molto ambizioso, e che guarda dritto al futuro: è così che è nata Tenuta Madre!
Il logo dell’azienda (di forma esagonale) richiama la pianta del loro vigneto, ormai trentennale, in parte produttivo ed in parte in riqualificazione.
Si è iniziato così a lavorare sulla porzione di 1,20 ha coltivata a Fiano e su quella di 0,50 ha di Aglianico (per un futuro Taurasi), ma già sono in corso dei lavori per portare il vigneto di Fiano ad 1,72 ha, e di aggiungere un altro mezzo ettaro a quello di Aglianico, con l’obbiettivo di produrre 3 Cru: 2 di Fiano ed 1 Taurasi. Manca un ultimo ingrediente, anch’esso fondamenteale, ovvero il talento di un Enologo ed Agronomo campano che ha saputo raccogliere questa nuova sfida con la professionalità che lo contraddistingue, e mi riferisco ad Arturo Erbaggio.
Messi assieme tutti i pezzi del puzzle, con la vendemmia 2019 è nato il Fiano di Avellino I Sognatori (che ho avuto modo di assaggiare in anteprima), il cui nome fa chiaro riferimento a questa nuova avventura extra-professionale (almeno per ora) di Marianna ed Adriano.
Si tratta di un Fiano in purezza vinificato per l’80% in acciaio ed il 20% in barrique, dove il vino è rimasto a maturare per 7 mesi prima che le 3933 bottiglie prodotte venissero imbottigliate il 12 Giugno scorso.
Nel calice è tinto d’un giallo paglierino di grandissima luminosità, attraversato da lievi riflessi verde-oro.
È di grande impatto ed eleganza al naso, profuma di mela golden, di fiori di tiglio, di pompelmo e di erbette di montagna, tra cui emergono dei lievi tocchi di miele di acacia e nocciola ancora fresca.
Il legno è stato perfettamente dosato, e pertanto risulta appena percettibile aggiungendo quel quid in più, riconducibile a dei sottili profumi tostati.
In bocca ha volume, pienezza, ma è scalpitante al tempo stesso. La piccola massa che è passata in barrique apporta una timida carezza al palato, immediatamente scalzata dalla grande freschezza agrumata e dalla sapidità, che rendono la bevuta molto interessante. Infine la sensazione erbacea ritorna predominante, alternandosi ai toni fruttati in un lungo intreccio aromatico, che ci accompagna ben oltre l’assaggio.
Un bianco molto promettente, che sicuramente saprà dare il meglio di sè nel medio termine, e che ben potrebbe acompagnare delle Triglie farcite d Ricotta ed Agrumi, salsate con la loro Bisque. Buona la prima!
Prezzo in enoteca: 20€ circa
Contatti: www.tenutamadre.it
Antonio Indovino, Sommelier Professionista e Degustatore Ufficiale,
Master in Tecniche di Servizio e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
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